Per tutte le violenze consumate su di lei
per tutte le umiliazioni che ha subito
per il suo corpo che avete sfruttato
per la sua intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
per la libertà che le avete negato
per la bocca che le avete tappato
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo
in piedi, signori, davanti ad una donna.
E non bastasse questo
inchinatevi ogni volta che vi guarda l’anima
perché lei la sa vedere
perché lei sa farla cantare.
In piedi, signori, ogni volta che vi accarezza una mano
ogni volta che vi asciuga le lacrime
come foste suoi figli
e quando vi aspetta
anche se lei vorrebbe correre.
In piedi, sempre in piedi, miei Signori
quando entra nella stanza e suona l’amore
e quando vi nasconde i dolore e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano per aiutarla
quando crolla sotto il peso del mondo.
Non ha bisogno della vostra compassione.
Ha bisogno che voi
vi sediate in terra vicino a lei
e che aspettiate che il cuore calmi il battito
che la paura scompaia
che tutto il mondo riprenda a girare tranquillo.
E sarà sempre lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi su
in modo da avvicinarvi al cielo
a quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove, signori, non la strapperete mai.