Candle in the Wind

Candle in the Wind

19 set 2012

Sonetto a Orfeo




E tutto tacque.
Eppure in quel tacere 
s'avanzò nuovo inizio, 
cenno e mutamento.

R. M. Rilke - Sonetti a Orfeo

13 commenti:

  1. Risposte
    1. Chiara
      penso che con September sia la più bella canzone di Sylvian!
      a presto :-)

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  2. Mutamento...nuovo inizio...silenzio...come mi sembrano attuali queste parole nella mia presente vita. Sono sempre in attesa di un mutamento, di un nuovo inizio in un perenne silenzio tutto mio che pochi osano infrangere con delicatezza, i più lo infrangono e basta.

    La canzone è davvero rilassante, quello di cui ho bisogno in queste sere uggiose e appunto, silenziose...ma tanto qualcosa prima o poi deve succedere, la piattezza non è contemplata in questo mondo anche se purtroppo i rumori non per forza sono melodiosi e fantastici, a volte anche perniciosi e nefasti...ma fa parte sempre di un'alternanza di colori in questa vita così spesso in bianco e nero.

    Ci siamo, siamo vivi...ho ventuno anni, forse pochi, forse troppi...ma cominciano a pesarmi per come li vivo...vorrei viverli di più in attesa di questo benedetto mutamento!

    Ispy

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    1. Il silenzio a volte è molto bello... non sempre separa, divide, conclude... a volte - ma solo a volte - può unire, portare un nuovo inizio, una rinascita.
      Il mutamento è sempre positivo, bisogna solo fare attenzione e percepire i "segnali" giusti... abbi fiducia e pazienza!

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  3. Orfeo e la sua lira... che dire.
    Niente, ora c'è l'euro.

    Moz-

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    1. beh... in effetti erano altri tempi e altri amori.... -.-

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    2. Ehehe, esatto... anche se quel tipo di amore è certo molto più romantico, almeno sulla carta :)

      Moz-

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  4. Orfeo, lo abbiamo introdotto in filosofia e storia della letteratura... per ora non ne so molto, ma queste poche righe, pur nella mia ignoranza, mi sono piaciute davvero tanto, c'è un grande messaggio dentro :)

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  5. Il mito narra che Apollo un giorno donò una lira al giovane Orfeo e le Muse gli insegnarono ad usarla: egli divenne talmente abile che lo stesso Seneca narra:
    "Alla musica dolce di Orfeo, cessava il fragore del rapido torrente, e l'acqua fugace, obliosa di proseguire il cammino, perdeva il suo impeto ... Le selve inerti si movevano conducendo sugli alberi gli uccelli; o se qualcuno di questi volava, commuovendosi nell'ascoltare il dolce canto, perdeva le forze e cadeva ... Le Driadi, uscendo dalle loro querce, si affrettavano verso il cantore, e perfino le belve accorrevano dalle loro tane al melodioso canto (...)"

    Come prima grande impresa Orfeo partecipò alla spedizioni degli Argonauti e quando la nave Argo giunse in prossimità dell'isola delle Sirene, fu grazie ad Orfeo e alla sua cetra che gli argonauti riuscirono a non cedere alle insidie nascoste nel canto delle sirene.

    Ogni creature amava Orfeo ed era incantata dalla sua musica e dalla sua poesia, ma Orfeo aveva occhi solo per una donna: Euridice, figlia di Nereo e di Doride che divenne sua sposa.
    Il destino però aveva previsto per loro un amore infelice, infatti un giorno la bellezza di Euridice fece ardere il cuore di Aristeo che si innamorò di lei e cercò di sedurla. La fanciulla per sfuggire alle sue insistenze si mise a correre, ma calpestò un serpente nascosto nell'erba che la morsicò, provocandone la morte istantanea.

    Orfeo, impazzito dal dolore e non riuscendo a concepire la propria vita senza la sua sposa decise di scendere nell'Ade per cercare di strapparla dal regno dei morti. Convinse con la sua musica Caronte a traghettarlo, il cane Cerbero a farlo passare e riuscì a giungere alla presenza di Ade e Persefone.

    Una volta giunto al loro cospetto, Orfeo iniziò a suonare e a cantare la sua disperazione e solitudine e le sue melodie erano così piene di dolore e di disperazione che gli stessi signori degli inferi si commossero; le Erinni piansero; la ruota di Issione si fermò ed i perfidi avvoltoi che divoravano il fegato di Tizio non ebbero il coraggio di continuare nel loro macabro compito. Anche Tantalo dimenticò la sua sete e per la prima volta nell'oltretomba si conobbe la pietà, come narra Ovidio nelle Metamorfosi (X, 41-63).

    Fu così che fu concesso ad Orfeo di ricondurre Euridice nel regno dei vivi a condizione che durante il viaggio verso la terra la precedesse e non si voltasse a guardarla fino a quando non fossero giunti alla luce del sole.

    Orfeo, presa così per mano la sua sposa iniziò il suo cammino verso la luce.
    Durante il viaggio, un sospetto cominciò a farsi strada nella sua mente pensando di condurre per mano un'ombra e non Euridice. Dimenticando così la promessa fatta si voltò a guardarla, ma nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sul suo volto Euridice svanì, ed Orfeo assistette impotente alla sua morte per la seconda volta.

    Invano Orfeo per sette giorni cercò di convincere Caronte a condurlo nuovamente alla presenza del signore degli inferi ma questi per tutta risposta lo ricacciò alla luce della vita.

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  6. Certo, pure lui è stato stronzo eh... che cazzo ti volti a fare? :p
    Nella Bibbia c'è un episodio analogo, certo ripreso da questo archetipo, in cui il nostro amorevole buon dio YHWH tramuta in statua di sale (!) la moglie di un suo fedele servo che aveva rotto la promessa di non voltarsi a guardarla.
    Anzi forse non solo la moglie, ma tutto il resto della famiglia.
    Beh, YHWH fa le cose in grande, è ebreo e comanda lui la lobby del sale XD

    Moz-

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    1. ahahahahahahah.... vedi? io l'ho sempre detto: MAI voltarsi indetro!! si rischia di andare a sbattere davanti! :-)

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  7. e' sempre bello leggerti cara Scarlett. Hai rievocato un mito a me caro
    un bacio
    Euridice

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    1. grazie Euridice... in effetti ti ho pensata mentre riprendevo il mito di Orfeo! :-)

      un bacio

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