Candle in the Wind

Candle in the Wind

30 giu 2011

La forza del pensiero

Ognuno di noi non è altro che l'immaginazione di se stesso. La vita ci permette di concretizzare la nostra esperienza fisica attraverso i nostri pensieri.
Noi siamo lo specchio di ciò che pensiamo di essere. 
L'immaginazione di noi stessi e del mondo che ci circonda suggella la nostra esperienza materiale. 
Osservando una persona non si fa altro che osservare il suo modo di pensare. Essa è il risultato del suo modo di pensare, come pure l'ambiente in cui vive e interagisce.
Per cui basta un po' di spirito di osservazione per capire con facilità a che modello di pensiero corrisponde il nostro interlocutore.
Il pensiero umano è un'energia potentissima per cui è vitale pensare in maniera positivamente decisa.
Ad esempio, una persona che si pone un quesito mentale del tipo: «penso che questo progetto avrà successo», manifesta una energia molto debole.
«Questo progetto avrà successo, sono sicurissimo che avrà successo!», è un modo di pensare che ha tutta un'altra energia.
Ogni giorno tutte le forme di pensiero interagiscono di continuo con tutte le cose che ci apprestiamo a fare. Infatti, pensi che una cosa ti andrà male? Allora ti andrà male. Pensi di essere una persona sfortunata? Allora sarai sfortunata. Pensi di essere sfortunato in amore? Allora sarai sfortunato in amore.
Questo significa che tutto è creato dal pensiero, dai nostri pensieri.
In questa densa gamma di frequenza in cui viviamo, si tende a percepire una differenza tra il tempo che intercorre tra il pensiero e la sua manifestazione fisica, ma la forza del pensiero rimane sempre all'origine di tutto.
Osserviamo per alcuni istanti il mondo che ci circonda.
I palazzi, i monumenti, i mobili e tutti gli accessori, sono stati tutti creati dal pensiero. Le azioni di progettarli e fabbricarli sono avvenute mediante il pensiero. Se nessuno avesse pensato di progettarli non esisterebbero.
Quale significato è attribuibile a ciò? Il significato che tutti noi viviamo in un mondo di illusioni: il mondo è un riflesso, uno specchio del pensiero umano.
Ciò che pensiamo che il mondo sia, sarà.
O almeno, quella sarà la nostra percezione del mondo
.

Edoardo Capuano

29 giu 2011

Tzu Jan - La spontaneità

Agire in accordo con il Tao significa agire in modo armonioso,
imitando l'Assoluto che agisce armonizzando. 
La natura consiste infatti in una produzione continua di armonia 
e la sua caratteristica fondamentale equivale alla spontaneità, 
Tzu Jan, ossia il corso naturale degli eventi. 
Se il movimento della natura è spontaneo, 
come lo scorrere dell'acqua, 
al contrario quello dell'uomo risulta in gran parte artificioso, 
perché premeditato e intenzionale.
La spontaneità, a cui si dovrebbe conformare anche l'uomo,
non corrisponde al piacere di fare qualsiasi cosa si desideri,
consiste piuttosto nel seguire la propria natura
in perfetto accordo con il Creato.




28 giu 2011

Night of the Hunter




I was born of the womb of a poisonous man
Beaten and broken and chased from the land
but I rise up above it, high up above it and see...

I was hung from a tree made of tongues of the weak
the branches and bones of the liars and thieves
rise up above it, high up above it and see...

Pray to your god, open your heart
Whatever you do don’t be afraid of the dark
Cover your eyes, the devil’s inside

One night of the hunter
one day I will get revenge
one night to remember
one day it'll all just end

Blessed by a bitch from a bastard's seed
pleasure to meet you, but better to bleed
Rise, I will rise, I will rise...

Skinned her alive, ripped her apart
Scattered her ashes, buried her heart
Rise up above it, high up above and see

Pray to your god, open your heart
Whatever you do don’t be afraid of the dark
Cover your eyes, the devil’s inside...

One night of the hunter
one day I will get revenge
one night to remember
one day it'll all just end

Honest to God, I'll break your heart
tear you to pieces and rip you apart
Honest to God, I'll break your heart
tear you to pieces and rip you apart

One night of the hunter
one day I will get revenge
one night to remember
one day it'll all just end

30STM

25 giu 2011

Il giorno della Grazia

È sempre possibile affrontare e risolvere qualsiasi situazione nel presente, poichè il passato è ormai dietro di noi, ed il futuro non è ancora arrivato. 
Riconoscendo questo, riconosciamo automaticamente anche, come è naturale, che non dovremmo pensare o occuparci di altro all’infuori del momento presente, e cominciare a vivere consapevolmente ogni attimo della nostra esistenza.
A partire da questo momento le risposte, la forza, le azioni, le risorse saranno lì al momento giusto in cui ne avremo bisogno, non prima e né dopo, ma nel momento preciso nel quale entrano a far parte del nostro presente.
Il  tempo è un eterno presente.



19 giu 2011

Livido Amniotico - Ghost in the shell



Sono soltanto parole per me, che la distanza ora complica
io vorrei tanto capirne di più, vorrei che non pensassi al male
che perso nel sonno più chiuso che c'è, lascia soltanto un impronta nell'aria
oltre a un respiro d'amaro per noi, ci resta solo il disegno del Tempo...

So che avremmo ancora bisogno di crederci,
e anche se a volte parlarne fa male
so che resta un livido amniotico gelido,
sto percorrendo a ritroso la strada...


18 giu 2011

Arrendersi

Non cercate la pace. 
Non cercate nessun altro stato che quello nel quale siete ora; 
altrimenti metterete in piedi un conflitto interiore e una resistenza inconscia. 
Perdonate voi stessi per non essere in pace. 
Il momento in cui accettate completamente il vostro non essere in pace, 
la vostra non pace viene tramutata in pace. 
Qualunque cosa accettiate completamente 
vi porterà lì,  vi porterà nella pace. 
Questo è il miracolo dell'arrendersi. 
Quando accettate ciò che è, ogni momento è il miglior momento. 
Questa è illuminazione. 
E. TOLLE





Racconto Zen: la sofferenza.

Il giovane Kyo, dopo aver a lungo camminato, arrivò al piccolo tempio del Maestro Shen. Kyo si avvicinò quasi correndo, buttandosi a terra con la testa china al suolo, e iniziò a presentarsi al vecchio Shen.
Il Maestro senza girarsi disse: “vieni qui accanto a guardare le carpe”.
Kyo si alzò, ricomponendosi, e insieme guardarono lo stagno in silenzio.
Il Maestro chiese:”cosa sei venuto a cercare quassù?”.
Kyo rispose:” ho una sofferenza che mi lacera il cuore, non riesco più a vivere e non so come potermene liberare”.
Shen scosse la testa dicendo:”sei salito fino a qui per poterla buttare giù a valle?”
Kyo rispose: ”Maestro, sono venuto qui perchè vorrei imparare da lei come potermi liberare dal mio tormento”.
Shen disse:”per quale motivo vuoi soffrire?”.
Kyo rispose: “Ma io non voglio soffrire, sono venuto qui perchè non voglio più soffrire! La mia amata JinMei mi ha abbandonato un anno fa, dicendomi che anche se lei mi amava, i suoi genitori non avrebbero acconsentito mai al nostro matrimonio; ma io so che non era vero, e questo mi distrugge”.
Il Maestro distolse lo sguardo dallo stagno, e fissando il giovane negli occhi disse: “Kyo io ti amo, però i miei genitori non acconsentirebbero mai al nostro matrimonio, dobbiamo quindi lasciarci”.
Il giovane restò immobile a guardare i suoi occhi, senza dire una parola, mentre il vecchio Shen rimaneva serio, anche se qualcosa nei suoi occhi sembrava ridere rumorosamente.
Kyo disse: “Maestro… non è la stessa cosa!”.
Shen rispose:”ti assicuro che anche io stavo mentendo”.
E mentre lo diceva si alzò lentamente in piedi, dirigendosi verso casa. Kyo restò a fissare le carpe, sapendo che qualche particolare gli era sfuggito, dopo poco si affrettò a raggiungere il Maestro.
Shen entrò nella sua abitazione e iniziò a cercare qualcosa in una cesta, ne tirò fuori una piccola biglia di vetro, al cui interno si poteva notare un piccolo puntino nero, tornò sul portico, consegnando la biglia al ragazzo.
E disse: “La sofferenza è un semplice mistero: una parte la puoi vedere ma non la vuoi capire, una parte la vuoi capire ma non la puoi vedere”, e aggiunse: “Immagina che la tua sofferenza sia come questa biglia: anche se ora la guardi non riesci a vedere che il suo esterno, ma quel puntino nero, al centro, è troppo piccolo perchè possa essere compreso, eppure quel puntino è un ideogramma e ha un significato”.
Kyo fissava la biglia al sole, cercando di leggere l’ideogramma, e poi chiese: “come potrà questa biglia aiutarmi?”
Il Maestro prese una palla di impasto che aveva a portata di mano, prese la biglia dalle mani di Kyo e la inserì al centro di quell'impasto.
La diede nuovamente a Kyo e disse: “vai alla fontana, bevi un pò d’acqua e ingoiala, ti aiuterà a comprendere”.
Kyo cercò di capire se il vecchio lo stesse nuovamente prendendo in giro, esitò qualche istante poi si diresse alla fontana per inghiottire la palla contenente la biglia.
Shen al ritorno di Kyo disse: “Quel medaglione che hai al collo ha delle iscrizioni adeguate a una donna.”
Kyo subito rispose: “Questo medaglione non è mio, è di JinMei, è l’unico ricordo che ho del nostro amore”.
Shen sorrise, in modo molto lento, quasi stanco: “andiamo al lago, portiamo il tuo amore a fare una passeggiata”.
E si incamminarono per i sentieri che conducevano a un lago non lontano. Arrivati sul posto il Maestro prese una piccola barca, traghettò al centro del lago e chiese: “secondo te questo è il centro del lago?” e il giovane rispose: “sicuramente si”.
Aggiunse il maestro:”Da cosa lo capisci?” e il giovane guardandosi intorno disse: “la distanza da quegli alberi su quella riva e da quei massi mi sembra proprio la stessa, è sicuramente il centro del lago”.
Shen lentamente prese il medaglione dal collo di Kyo e lo gettò in acqua, mentre Kyo rimaneva immobile e sconcertato. “Maestro ma cosa avete fatto! Avete gettato via il mio medaglione!”
Shen ridendo disse:”non era certo il tuo medaglione, come non era il mio, potrebbe lamentarsi solo JinMei” Kyo intanto cercava di guardare nell’acqua per vedere il medaglione, mentre Shen aggiunse: “se ci tieni tanto puoi sempre tuffarti e riprenderlo”
Kyo non se lo fece dire due volte, e si gettò in acqua. Shen ammirava le cime in lontananza e la distesa di alberi e rami in ogni direzione, mentre la testa di Kyo sbucava ogni tanto dall’acqua per riprendere fiato e tornare a immergersi, e continuò per ore, fino a che il giovane stremato non tornò sulla barca.
Tremante di freddo ed esausto disse “non ce la posso fare, è troppo profondo”.
Shen disse:” è al centro del lago, da li non si sposta, domani potrai riprovare”.
Tornarono al tempio in silenzio, e davanti al fuoco consumarono una cena leggera. Il giovane si addormentò senza nemmeno rendersene conto.
La mattina seguente Kyo si svegliò e del Maestro non c’era traccia, si preparò del tè caldo e subito dopo si diresse nei boschi, per sbrigare le faccende che il corpo comanda. Ritrovò la biglia e, imbarazzato, la prese con alcune foglie, correndo alla fontana per ripulirla. Si diresse quindi nuovamente al tempio e vide che il Maestro era ancora seduto a contemplare lo stagno di carpe.
Kyo imbarazzato si sedette di fianco e disse “ho trovato nuovamente la biglia, Maestro, non sapevo se potesse servirvi”.
Shen chiese: “l’hai guardata?” e Kyo rispose: ”si”.
Shen disse “ti è sembrata diversa?”
“No , era identica a prima, ma volevo sapere cosa farne” disse Kyo.
Il maestro scosse la testa: “a me di certo non serve, se non serve nemmeno a te gettala pure via”.
Kyo guardò la biglia per qualche altro istante e disse “Ma perchè me l’avete fatta mangiare se non mi serve?”
Shen rispose: ”Sei tu che dici che non ti serve, e sei tu che l’hai mangiata, io di certo non ti ho costretto”.
Kyo, iniziando ad alterarsi disse: “ma io l’ho mangiata perchè pensavo servisse a qualcosa, non l’avrei certo inghiottita di mia iniziativa”.
Shen sospirò: ” Forse il soffrire per quella ragazza ti è stato imposto? dici di volerti liberare di quel dolore, ma tu stesso hai deciso di mettere la sofferenza dentro di te; se vuoi buttarlo via non devi fare altro che permettere a quel dolore di abbandonare il tuo corpo; lo vedrai come quella biglia, identico a prima, ma fuori di te”.
Kyo rispose: “ma io non so come fare...”
Il maestro gli disse allora: ”resterai qui con me, come mio allievo, ogni giorno se soffrirai ancora andrai al lago a recuperare il medaglione. Kyo annuì, confuso ma sollevato. 

















Passarono i mesi, ogni giorno il giovane si alzava e andava al lago, i primi tempi tornava al tempio esausto dopo qualche ora, con il passare dei giorni faceva ritorno sempre più tardi, sempre più esausto.
Una sera tornò al tempio che era già notte, e il Maestro disse: “oggi hai recuperato il medaglione”.
Kyo si mise seduto accanto al fuoco e disse: “No, maestro, ho tentato tutto il giorno, dall’alba fino alle ultime luci del tramonto, ma non sono riuscito a raggiungere il fondo”.
Il Mastro gli chiese:” potevi iniziare prima o finire dopo?”
“No, non potevo fare di più”, rispose Kyo.
Il Maestro accese una piccola pipa di bambù e disse: “Si soffre fino a che non si è abbastanza stanchi di soffrire: per questo bisogna soffrire a fondo, completamente, in modo da esaurire la sofferenza per poi poterla buttare via...”
E aggiunse: “Una parte di sofferenza la puoi smaltire, la puoi assorbire, ma c’è una parte che resterà sempre dentro di te, a meno che tu non ti sia stancato; è come quella palla di impasto con la biglia al centro: tu puoi digerire quello che il tuo organismo conosce e può assimilare, il resto, se non lo butti fuori, resterà a pesare dentro di te, senza poter mai fare parte del tuo organismo.
Non sei stanco di rincorrere quel fondo del lago che nemmeno vedi, per riprendere qualcosa che nemmeno ti appartiene?”
Kyo stava per rispondere, rimase con la bocca aperta, senza che le parole uscissero dalle sue labbra, poi disse: “si maestro, sono stanco....”
Shen annuì e disse: “hai sofferto come dovevi, soffrendo hai imparato a soffrire sempre di più; ora che sai soffrire completamente, puoi essere davvero stanco”.
Kyo disse: “e tuttavia, sono sicuro che mi mancherà sempre JinMei”
Shen disse “ti mancherà il miele che prendevi da quella mensola in alto, aiutato da lei che ti sollevava quel tanto da permetterti di raggiungerlo, con il tempo prenderai da solo quel miele e ne cercherai uno ancora più in alto.”
Kyo disse: “nel senso che mi manca quello che ero IO quando ero con lei?”
Shen sorrise, e aggiunse: “Domani mattina faremo colazione insieme, poi partirai per la città; i nodi che hai portato quassù sono sciolti e quelle corde in questo luogo non hanno la loro migliore applicazione”.
Kyo inchinò il capo, e iniziarono a cenare in silenzio.
Alla fine della cena Kyo chiese: “Maestro, cosa c’era scritto dentro alla biglia di vetro?”.
Il maestro rispose: “c’era scritto: FORSE".
Kyo disse: “ho capito: significa che sono i dubbi, le domande e le ipotesi che ci facciamo, a rallentare l’abbandono del dolore?”
Shen sorrise, e rispose: “...forse...”.
La mattina successiva, pronto per la partenza Kyo esitò un istante e poi si rivolse al vecchio Shen dicendo:”Non so come ringraziarla, vorrei poter restare qui ancora per aiutarla”.
Shen sorrise e disse: “come ti ho detto, i miei genitori non permetterebbero mai questa unione...dobbiamo quindi lasciarci”.
Kyo sorrise e fece un inchino, poi si voltò e ritornò a vivere...



17 giu 2011

Non è mai un errore - VK



Entrerò nei tuoi pensieri in una notte che non dormi
e sentirai freddo dentro...
Entrerò dentro ad un sogno, quando è già mattino
e per quel giorno tu mi porterai con te... 

Quando canterai la tua canzone

L'amore è abbondanza.
Significa possedere così tanta vita che non sai più cosa farne, quindi la condividi.
Significa avere nel cuore infinite melodie da cantare; che qualcuno ascolti o no, è irrilevante.
Anche se nessuno ascolta, devi comunque cantare la canzone che solo tu conosci, devi danzare la tua danza...

Fili invisibili

Tutte le cose vicine o lontane 
segretamente 
sono legate le une alle altre 
e non si può toccare un Fiore 
senza disturbare una Stella.

F. Thompson



Questo è un concetto che la cultura occidentale non ha assimilato: tutto è Uno! 
L'idea della dicotomia è profondamente sbagliata, e niente meglio del Tai Chi (太极拳/太極拳, tàijíquánla ruota dello yin e dello yang, rappresenta la vita: l'universo è formato dall'armonia degli opposti, perché non vi può essere acqua senza fuoco, luce senza oscurità, femminile senza maschile, notte senza giorno, sole senza luna...non vi può essere amore senza odio, vita senza morte, bene senza male!
Questo simbolo è perfetto, perché il bianco e il nero si abbracciano e all'interno del nero c'è un punto del bianco e all'interno del bianco c'è un punto del nero.
Così, all'interno di ogni creatura della Terra, dimorano in armonia i due principi, opposti e complementari. Così avviene nel cuore di ogni uomo.




16 giu 2011

Solstizio d'Estate e la notte di s.Giovanni


Solstizio: dal lat. solstitiu(m), è composto dal termine latino sol,solis cioè 'sole' e un derivato del verbo sistere, ossia  'fermarsi': perché sembra che il sole si fermi e torni indietro.



Il sole in questo periodo sembra fermarsi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto sino al 24 giugno (per quello invernale il 25 Dicembre) quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a sud sull'orizzonte (a nord per quello invernale)



La notte di S. Giovanni, il 24 giugno appunto, rientra nelle celebrazioni solstiziali; il nome associatogli deriva dalla religione Cristiana, perche' secondo il suo calendario liturgico vi si celebra San Giovanni Battista (come il 27 dicembre S. Giovanni Evangelista).

In questa festa, secondo un'antica credenza il sole (fuoco) si sposa con la luna (acqua): da qui i riti e gli usi dei falo' e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare. Non a caso gli attributi di S. Giovanni sono il fuoco e l'acqua, con cui battezzava... una comoda associazione, da parte del cristianesimo, per sovrapporsi alle antiche celebrazioni...

Cosi' nel corso del tempo, c'e' stato un mischiarsi di tradizioni antiche, pagane, e ritualita' cristiana, che diedero origine a credenze e riti in uso ancora oggi e ritrovabili per lo piu' nelle aree rurali.


I Fuochi di S. Giovanni

I falò accesi nei campi la notte di S. Giovanni erano considerati, oltre che propiziatori anche purificatori e l'usanza di accenderli si riscontra in moltissime regioni europee e persino nell'africa del nord.

I contadini si posizionavano principalmente su dossi o in cima alle colline, e accendevano grandi falo' in onore del sole, per propiziarsene la benevolenza e rallentarne idealmente la discesa; spesso con le fiamme di questi falo' venivano incendiate delle ruote di fascine, che venivano fatte precipitare lungo i pendii, accompagnate da grida e canti.

Come gia' detto sopra i falo' avevano pero' anche funzione purificatrice: per questo vi si gettavano dentro cose vecchie, o marce, perche' il fumo che ne scaturiva tenesse lontani spiriti maligni e... streghe :-) (si riteneva che in questa notte le streghe si riunissero e scorrazzassero per le campagne, alla ricerca di erbe...)
In alcuni casi si bruciava, come per l'epifania, un pupazzo, cosi' da bruciare in effige la malasorte e le avversita'.



La raccolta delle erbe


Le erbe raccolte in questa notte hanno un potere particolare, sono in grado di scacciare ogni malattia e tutte le loro caratteristiche e proprieta' sono esaltate e alla massima potenza.

Le erbe più note da raccogliere nella notte del 24 sono: l'iperico detto anche erba di S. Giovanni; l'artemisia chiamata anche assenzio volgare e dedicata a Diana-Artemide; la verbena protettiva anch'essa e il ribes rosso che proteggeva dai malefici.
Oltre a quelle sopra citate erano anche ricercate: Vischio, SambucoAglio, Cipolla, Lavanda, Mentuccia, Biancospino, Corbezzolo, Ruta e Rosmarino.

Con alcune delle piante sopra citate era possibile fare "l’acqua di San Giovanni": si prendevano foglie e fiori di lavanda, iperico, mentuccia, ruta e rosmarino e si mettevano in un bacile colmo d'acqua che si lasciava per tutta la nottata fuori casa.
Alla mattina successiva le donne prendevano quest’acqua e si lavavano per aumentare la bellezza e preservarsi dalle malattie.
Altre erbe, usate nella medesima maniera davano origine ad altri tipi di acqua di s. Giovanni (ci sono delle variazioni tra regione e regione), che servivano comunque sempre contro il malocchio, la malasorte e le malattie, di adulti e bambini.    




















  

La rugiada


La rugiada della mattina di San Giovanni, ovviamente legata all'elemento acqua, ha il potere di curare, di purificare e di fecondare.
Nel nord europa se una donna desiderava molti figli, doveva stendersi nuda (o rotolarsi) nell’erba bagnata. Cio’ anche se voleva bei capelli e una buona salute. 

Se volete raccogliere la rugiada, potete stendere un panno tra l’erba, strizzandolo poi il mattino successivo. Oppure scavare una piccola buca, in cui inserirete un bicchiere o un altro contenitore. Sopra di esso poi metterete un telo impermeabile, fissato ai bordi della buca (in alto) e con un foro al centro proprio sopra l’orlo del bicchiere (sul fondo). La rugiada si depositera’ sul telo e scendera’ nel vostro contenitore. 



Luce di strega


Nella religione greca antica il solstizio d’inverno era chiamato ”porta degli dei” e quello estivo “porta degli uomini”, così come nella tradizione indù viene chiamato “deva yana” il primo e “pitri yana” il secondo.

Gli appositi rituali che vengono compiuti dovrebbero servire ad entrare in comunicazione e a mantenere l’equilibrio controllando le “forze” che passano attraverso l’apertura delle porta solstiziale.


(Tratto da La festa delle fate)

15 giu 2011

Yuki no Hana (Fiore di Neve)

La canzone più bella di Mika Nakashima - almeno la mia preferita - presenta un video bellissimo, con la cantante che sembra davvero un fiore di Neve in un paesaggio di ghiaccio da favola....ma ahimè, You Tube blocca l'incorporamento, quindi ho trovato un video ben fatto che non rende giustizia alla bella Mika, ma, se possibile, esalta ancor più la sua voce da sogno......fantastica!






Nobita kage wo hodou ni narabe
Yuuyami no naka wo kimi to aruiteru
Te wo tsunaide itsumademo zutto
Soba ni ireta nara nakechau kurai


Kaze ga tsumetaku natte fuyu no nioi ga shita
Sorosoro kono machi ni kimi to chikadzukeru kisetsu ga kuru

Kotoshi, saisho no yuki no hana wo
Futari yorisotte
Nagamete iru kono toki ni
Shiawase ga afuredasu

Amae toka yowasa ja nai
Tada, kimi wo ai shiteru kokoro kara sou omotta

Kimi ga iru to donna koto demo
Norikireru you na kimochi ni natteru
Konna hibi ga itsumademo kitto
Tsudzuiteku koto wo inotte iru yo

Kaze ga mado wo yurashita yoru wa yuriokoshite
Donna kanashi koto mo
Boku ga egao e to kaete ageru

Maiochite kita yuki no hana ga
Mado no soto zutto
Furiyamu koto wo shirazu ni
Bokura no machi wo someru

Futari yorisotte
Nagamete iru kono toki ni
Shiawase ga afuredasu


Dareka no tame ni nanika wo
Shitai to omoeru no ga
Ai to iu koto wo shitta

Moshi, kimi wo shinatta to shita nara
Hoshi ni natte kimi wo terasu darou
Egao mo namida ni nureteru yoru mo
Itsumo itsu demo soba ni iru yo.....

Amae toka yowasa ja nai tada, kimi to zutto
Kono mama issho ni itai sunao ni sou omoeru
Kono machi ni furitsumotteku masshiro na yuki no hana
Futari no mune ni sotto omoide wo egaku yo
Kore kara mo kimi to zutto...



MIKA NAKASHIMA

Dreaming of....Japan!



Paesaggi rurali, giardini in fiore, santuari imponenti, città animate...architettura e natura compongono uno dei panorami più belli che si possano ammirare in Giappone.














Una esperienza assolutamente da non perdere in un viaggio in Giappone è quella di visitare l’antica città imperiale di Kyoto.

Kyoto, una delle vecchie capitali del paese, aggiunta nell’elenco dei beni dell’umanità dell’UNESCO nel 1994, è senza dubbio la città con il maggior numero di monumenti legati alle tradizioni del Giappone. Con quasi 1,5 milioni di abitanti, la città è stata per più di un millennio (precisamente dal 794 al 1868)  capitale del Giappone. Kyoto, chiamata anche “la città dei mille templi”, è considerata il più grande reliquiario della cultura giapponese, anche perchè, fortunatamente, è stata quasi del tutto risparmiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Tra i più famosi templi ci sono il Toji, il Kiyomizudera, l’Enryakuji, il Daigoji, il Byodoin, il Tenryuji, il Kinkakuji, il Ginkakuji, il Ryoanji e il Nijojo.























Di grande bellezza estetica sono le statue di ghiaccio che vengono scolpite ogni anno nella città di Sapporo in occasione del Festival della Neve che si tiene nella città olimpica. 







In primavera invece è altrettanto spettacolare la fioritura dei ciliegi (sakura hanami).



















E infine, la straordinaria skyline di città del futuro della capitale: la megalopoli di Tokyo.





Un’esperienza unica è visitare il famoso Palazzo Imperiale di Tokyo.
Una escursione consigliata è quella alla montagna sacra del Giappone, il Vulcano Fuji.



















A Takayama, si svolge uno dei più bei festival del Giappone, annnoverato appunto nella top ten giapponese. Si racconta che servano almeno 6 mesi di anticipo per trovare il posto.
Il Festival di Takayama (Takayama Matsuri), è considerato uno dei tre festival più belli del Giappone. Si svolge due volte l'anno, in primavera e in autunno, nel centro storico di Takayama ed attira un gran numero di visitatori.
ll Festival di Primavera (14-15 aprile) è la festa annuale del Santuario Hie, nella metà meridionale della città vecchia di Takayama. Poiché il santuario è noto anche come Sanno-sama, la festa di primavera è anche chiamata Sanno Festival.
Allo stesso modo, il Festival d’Autunno (9-10 ottobre) è la festa annuale del santuario Hachiman, nella metà settentrionale della città vecchia, e la festa è anche conosciuta comeHachiman Festival.
I festival di primavera e di autunno sono molto simili. Ogni festival ha i suoi propri caratteristici dodici carri (yatai). 


















Guardando questo meraviglioso giardino, immerso in uno dei famosi "23 Quartieri" di Tokyo, mi viene immediatamente voglia di partire...
















....e voi che ne dite? Io inizio a tenere d'occhio i voli aerei per il Giappone, non si sa mai possa trovare un volo, come mi è successo un anno fa, di andata e ritorno per Tokyo a "sole" 730 euro!
L'importante è organizzare per tempo le tappe ed i pernottamenti, l'ideale sarebbe quello di formare un bel 
gruppo di appassionate otaku-mangaka-e-simili per compiere insieme il sospirato viaggio in Giappone!



14 giu 2011

Memorie di una Geisha

Il cuore muore di morte lenta. 
Perdendo ogni speranza, come foglie.
Finché un giorno non ce ne sono più.
Nessuna speranza.
Non rimane nulla.

Se un albero non ha né foglie né rami, 

Si può ancora chiamarlo albero?




















Lei si dipinge il viso per nascondere il viso.
I suoi occhi sono acqua profonda.
Non è per una geisha desiderare.
Non è per una geisha provare sentimenti.
La geisha è un'artista del mondo che fluttua.
Danza.
Canta.
Vi intrattiene.
Tutto quello che volete.
Il resto è ombra.
Il resto è segreto.



13 giu 2011

Still Doll

La canzone, cantata da Kanon Wakeshima, è la sigla finale di Vampire Knight- Guilty e rispetta fedelmente l'atmosfera oscura dell'anime.
Una melodia gotica, da "carillon" che incanta ed affascina (complice anche il suono cupo del cello) ed un video ben fatto, con lo stile vittoriano della stanza e la cantante vestita da "bambola", con le catene ai piedi, che rispecchia la reclusione forzata di Yuuki in un "mondo dorato" che l'ha tenuta all'oscuro dalla sua infanzia e dalla sua vera identità...bellissimo!



Hi Miss Alice
Anata garasu no me de
Donna yume wo
Mirareru no?
Mirareru no?



Mata atashi
Kokoro ga sakete
Nagarederu Tsukurotta
Sukima ni sasaru
Kioku-tachi



Hi Miss Alice
Anata kajitsu no kuchi de
Dare ni ai wo
Nageteiru no?
Nageiteiru no?



Mou atashi
Kotoba wo tsumugu
Shita no netsu
Samekitte
Mederu outa mo
Utaenai



Still you do not answer




Ciao Signorina Alice,
con i tuoi occhi di vetro
che sorta di sogno
stai guardando?

Ancora,
il mio cuore è spaccato in due,
si sta riversando fuori,
ma le ferite saranno presto
riempite dai ricordi.

Ciao Signorina Alice
con queste labbra adorabili
per colui che ami,
adesso è lontano?

Di nuovo,
io faccio girare le mie parole,
la lingua febbrile
è tornata fredda.
La canzone dell'amore
Non può essere cantata da entrambi.

Ancora, tu non rispondi.


12 giu 2011

Since I've Been Loving You


Working from seven to eleven every night,
It really makes life a drag... I don't think that's right.
I've really, really been the best of fools,
I did what I could.
'Cause I love you, baby, How I love you, darling, How I love you, baby,
How I love you, girl, little girl...
But baby, Since I've Been Loving You
I'm about to lose my worried mind...

Everybody trying to tell me that you didn't mean me no good.
I've been trying, Lord, let me tell you,
Let me tell you I really did the best I could...
I've been working from seven to eleven every night,
Said It kinda makes my life a drag.
Lord, that ain't right...
Since I've Been Loving You,
I'm about to lose my worried mind...

Said I've been crying,
My tears they fell like rain,
Don't you see, Don't you hear them falling,
Don't you see, Don't you hear them falling.

Do you remember, when I knocked upon your door?
I said you had the nerve to tell me you didn't want me no more
I open my front door, hear my back door slam,
You must have one of them new fangled back door man

I've been working from seven, seven, seven, to eleven every night,
It kinda makes my life a drag...
But baby, Since I've Been Loving You, I'm about to lose,
I'm about to lose my worried mind...