ma fin quando non si sceglie nulla… tutto è possibile.
Come puoi essere cosi' sicuro che anche tu esisti?
Tu non esisti, e neppure io.
Siamo il frutto dell'immaginazione di un bambino di nove anni
Tu non esisti, e neppure io.
Siamo il frutto dell'immaginazione di un bambino di nove anni
messo di fronte ad una scelta impossibile.
Negli scacchi si chiama Zugswang.
Negli scacchi si chiama Zugswang.
Quando l'unica mossa possibile è quella di non muovere.
Così potremo definire "Mr Nobody", del regista belga Jaco van Dormael, un film incredibile che nelle sale italiane non è stato molto attenzionato.
Nonostante gli accenni a "Sliding Doors" e "Vanilla Sky", la pellicola è talmente innovativa da risultare un esperimento alquanto rischioso: per quante volte la si possa guardare, le si dà ogni volta un significato diverso.
Attraverso un gioco di dimensioni parallele o realtà alternative, la storia cambia infinite volte, infatti, tante quante le scelte del protagonista, e le variabili ad esse collegate.
Spiegare la trama in quest’ottica è alquanto difficile, vista la mutabilità narrativa.
Nemo Nobody, ossia Nessuno Nessuno! (Jared Leto) è un bambino che si trova davanti alla impossibile scelta di dover decidere con quale dei genitori andare a vivere, quando decidono di separarsi. La sua vita prenderà strade diversissime, in funzione proprio di quella scelta, e di tutte le altre che il destino gli porrà davanti.
E Nemo, nel 2092 alla veneranda età di 120 anni, in un futuro in cui è l’ultimo mortale rimasto, rivive, raccontandole, tutte le sue scelte e le relative conseguenze, come se le avesse vissute tutte.
In un intrecciarsi di realtà e mondi possibili, definiti dall’effetto farfalla,
(Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo, "The Butterfly Effect"), per cui ogni evento, anche quello più insignificante, può causarne un altro di proporzioni enormi, ogni scelta fatta da Nemo determina una storia diversa... una vita diversa.
Così l’esistenza di Nemo si scompone e si riunisce infinite volte, tanto da arrivare a chiedersi se gli avvenimenti che vediamo siano mai esistiti o siano solo la fantasia galoppante di un bambino o la smemorata visione di un vecchio ultracentenario con accenni di demenza senile.
E così l’amore, le paure, le ambizioni, si confondono nella possibile scelta del protagonista di sposare, una alla volta ma contemporaneamente, tre donne diverse, Anna (Diane Kruger), Elise (Sarah Polley), Jeanne (Linh-Dan Pham). E ogni volta, in ogni realtà, un milione di altre scelte si palesano una dopo l’altra come i tasselli del domino.
Costruito in maniera folle, come solo i pensieri sanno essere, il film si avvale di una serie di immagini e fotogrammi uniti in sequenza, come fossero frammenti di ricordi che si uniscono dando vita ad un puzzle multidimensionale.
La cosa strana è che in tutto questo caos di racconti non ci si perde mai, e nonostante il regista e sceneggiatore balzi da una realtà possibile all’altra in modo illogico, noi riusciamo a seguire il suo filo conduttore e a divertirci con il suo giocare col Destino, guidati da una colonna sonora che pare ci tenga ancorati alla realtà che noi conosciamo, nonostante il pericoloso viaggio psichico che stiamo compiendo.
Probabilmente bisogna essere un po’ smaliziati alle incursioni irrazionali e alle divagazioni dialettiche per poter apprezzare questo film, ma chi riuscirà a penetrare attraverso la bizzarra visione del film, potrà godere di due ore di un viaggio allucinante, senza bisogno di sostanze stupefacenti.
Da vedere assolutamente!