Candle in the Wind

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25 gen 2012

Dalla decisione al cambiamento



“Dov'è il pericolo c'è anche la salvezza.” Hölderlin

Quando ci sentiamo in crisi, siamo abituati a dare la colpa agli altri: qualcuno ci ha fatto del male, nessuno ci capisce, qualcosa ci ha nuociuto.  
Ed invece ci dovremmo assumere la responsabilità di quello che facciamo, nel senso etimologico del termine: di una abilità nel dare risposte adeguate a ciò che ci accade, una respons-ability.
Quando la crisi arriva, è bene ricordarci che essa porta sempre con sé una chance.
La parola crisi (krisis) nell’antica Grecia significava, allo stesso tempo, sia pericolo che decisione e, in modo stupefacente, nell’antica Cina questa espressione era scritta con un doppio ideogramma dal duplice significato (wei ji): pericolo e  opportunità.
Una crisi, dunque, viene vista in modo simile sia nella saggezza orientale che in quella occidentale: ogni crisi ci vuole costringere a prendere delle decisioni e rappresenta una porta (op-portunus in latino era il vento che riconduceva in porto la nave) attraverso la quale passare per ritrovare un nuovo equilibrio.
Così, per esempio, i sintomi delle malattie e ogni disagio psichico non sono solo un richiamo del passato, da sopprimere, da abbattere come un ostacolo, o una ferita da cicatrizzare, ma una memoria da ritrovare, un consiglio a mettersi a nudo davanti ai propri occhi e anche un invito rivolto al futuro ed a porci la domanda: “Cosa mi sta chiedendo? –  A cosa m’invita? – Verso dove vuol portare la mia riflessione?”

Dunque la parola crisi si riferisce a quell’estremo, relativo, verso cui la vita ci spinge ed in cui siamo obbligati a prendere una DECISIONE.
Si verifica una rottura di un equilibrio raggiunto, stabile, cui segue la necessità di cambiare la propria visione dei fatti, di modificare uno schema mentale o di comportamento già sperimentato, perché questi  svelano la loro inadeguatezza di fronte alla situazione presente. 
Il pericolo ed il malessere contengono in sé un’occasione di trasformazione ed allora lo stato di crisi è un momento di grande apertura al cambiamento (sia affettivo che cognitivo) verso un più alto livello qualitativo di vita oppure, se non si sfrutta l’opportunità, destinato a segnare la decadenza attraverso crisi successive sempre più forti. L’individuo in crisi, pertanto, per crescere qualitativamente, deve elaborare modalità completamente nuove di approccio rispetto agli eventi in cui è attore.
La decisione è la cerniera tra la crisi ed il cambiamento: essa stessa è un cambiamento, come lo è la crisi, il tutto nell’ambito della processualità.

E’ davvero interessante conoscere come lo Yi Jing, nell’esagramma n° 43, illustri con saggezza che cosa sia una decisione.

Esagramma 43. Guài (Kuai). 

La decisione. Mostrarsi risoluti.
Aprire un passaggio.
La fermezza apre un varco verso la “souplesse” (morbidezza, docilità, elasticità).

La vera decisione (dal latino de-caedere = toglier via) non è mai qualcosa di spontaneo ed istintivo, ma presuppone un’attenta riflessione in un certo lasso di tempo, unita alla considerazione delle conseguenze della scelta che si effettua.
Questa scelta, dunque, scarta definitivamente, “toglie via”, le alternative meno adatte al nostro Tao, quelle che, nella valutazione, sono meno interessanti o ci offrono meno contatto con la nostra interiorità, il nostro processo interiore.
Ed è, soprattutto, una scelta che ci fa uscire dall’esitazione, perché altrimenti la tanta energia rischia di debordare.
In Guài, la forza si è talmente accumulata che deve manifestarsi (con parole chiare) attraverso una decisione, ma canalizzandosi in modo corretto e riflessivo, altrimenti vi è il rischio di essere superati dal troppo yang (di farsi trasportare da ciò che si ha da dire o che si vuol fare).

E’ il tipico rischio delle situazioni in cui siamo sul punto di riuscire: l’ultima mossa è quella più delicata. Bisogna ben prepararsi e saggiamente trattenersi, dosando la forza senza che la fermezza ne risulti indebolita.
Non si deve tendere a schiacciare “il nemico”, interiore oppure oggettivo che sia, perché una dura contrapposizione va sicuramente a rafforzare proprio ciò che essa cerca di sconfiggere.
Non è il grande accumulo di forza yang che, di per sé, è garante di realizzazioni: non bisogna, infatti, confondere la determinazione con l’aggressività, che è frutto di emotività e pressioni interne.

Per la filosofia dello Yi Jing, una decisione e un’azione davvero risolute non si basano sulla forza ma sulla durata, inquadrandosi più correttamente in una concezione di “processo” e di “efficacia”.

Yi Jing vuol dire Libro (Jing) dei Cambiamenti (Yi)
Per il cinese l’ideogramma yi, che indica il cambiamento, non ha niente d’intellettuale: esso è formato semplicemente dalla giustapposizione di due segni: in alto il sole e sotto la pioggia che cade! 
Questo ideogramma non DESIGNA il cambiamento, lo DISEGNA!

Yi ha tre significati:
1.  concezione contadina arcaica del succedersi di sole e pioggia e quindi dell’alternarsi delle stagioni.
2.  regolarsi secondo il tempo atmosferico per seminare e raccogliere.
3.  legge fissa: è sicuro che dopo la pioggia ci sarà il sole e dopo l’inverno la primavera.

Questa è la naturale conclusione cui tutti possiamo giungere, la trasformazione universale: poiché tutto cambia continuamente, il cambiamento è la sola legge che non muta, ma che vale sempre e dappertutto. 


Fonte: Andrea Biggio su “La Bussola D’oro”

15 commenti:

  1. Sai, amo moltissimo sapere l'origine delle parole e del loro significato. Perchè l'etimologia svela sempre il reale significato di una parola, un po' come "apocalisse" che significa sia rivelare che nascondere ancora.

    Mi è piaciuta molto questa spiegazione sulla "crisi", una parola che adesso riguarda tutti, ed è stupendo vedere come in culture diverse il significato è pressoché simile.

    Io penso una cosa, riassumendo il tutto: in periodi di crisi (che può essere una crisi personale, uno stato d'animo alterato in "peggio" dal pericolo di qualcosa, dalla paura o dall'equilibrio precario...) si prendono le decisioni più... decisive, o -per quanto mi riguarda- si hanno le idee migliori, tramutando la violenza in qualcosa di più costruttivo e artistico.

    Sulle decisioni e sul cambiamento sono d'accordissimo, visto che cambiare fa sempre bene, ed è altrettanto vero che in ogni crisi c'è qualcosa da imparare...

    Scusa se ho divagato... comunque anche io uso la carta "professore stronzo" se un esame non va come dovrebbe, al posto di ammettere di aver studiato poco XD
    Siamo Umani ;)

    Moz-

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  2. Miki non c'è nulla di cui scusarti: anche io ho apprezzato questo post, al di là del tema trattato, per l'attenzione etimologica ai termini! :-)
    Infatti, è dai tempi del liceo che io attenziono l'etimologia delle parole, perchè sono essenziali per comprendere bene il loro significato; pensa che all'università, quando ho fatto esami di Letteratura Greca - il terrore degli studenti - la prof. mi fece i complimenti perchè conoscevo per ogni termine almeno 4 o 5 significati diversi, e poi rimase un pò colpita dal fatto che conoscevo a memoria le radici antiche dei verbi (che in greco - non so se ti ricordi! - sono molto diverse dalla radice "visibile" nel tema)
    x es, apocalisse deriva dal greco APO-KALYPTO in cui KALYPTO significa "nascondere" e APO significa "svelare", ossia "togliere un velo"...ecco perchè "rivelazione"!

    Per continuare a divagare.....all'università ho studiato Storia Romana su un testo di un grande studioso, Santo Mazzarino, che amava rintracciare l'etimologia delle lingue (le "leggende universitarie" narrano che soleva parlare con sua figlia in aramaico! XD) e già allora mi colpì la sua definizione di "crisi": una "crisi" è sempre sinonimo di "cambiamento", in quanto tale indica non un evento negativo ma positivo, una opportunità, appunto, di affrontare e di maturare un cambiamento che si impone nel momento in cui si è consapevoli che i vecchi, abituali metodi o meccanismi di affrontare una situazione non sono più idonei.

    Insomma, per farla breve: in mezzo ad una crisi noi possiamo far finta di niente ed andare avanti, non avendo la forza o la volontà di SOPPORTARE LA VISTA di quello che non va o, al contrario, che va troppo bene, ma non vogliamo riconoscere come tale, per non affrontarlo; ma arriva un momento in cui bisogna passare dalla crisi alla decisione, che è sempre una cosa positiva perchè porta al "movimento", e quindi al cambiamento.

    L'importante - e qui la saggezza orientale, come sempre, ci viene in aiuto! - è che il tutto avvenga senza alcuna costrizione "esterna", secondo i propri tempi, senza fretta, dopo avere ben ponderato le conseguenze; ma prima o poi bisogna affrontare i propri "nodi" per crescere, altrimenti, come dici tu, non impareremo nulla e la situazione si ripresenterà ancora, sotto forma di prova.
    Perchè le prove non sono altro che quelle cose che ci siamo lasciati dietro di irrisolto...e a volte ci inseguono correndo!

    ahahahahah non so perchè ma da bravo Leone, immaginavo che te la prendessi coi prof. e non con te stesso!!! :-P

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  3. @Scarlett: quella dell'etimologia è una delle poche cose che m'è rimasta dagli studi classici XD
    Mi piacciono molto anche la linguistica e la glottologia, che in fin dei conti parlano anche di questo^^

    Beata te che conosci i significati di ogni parola, e sai cosa ti dico, da persona che ha fatto esami di traduzione da lingue straniere all'italiano?
    Che il vero significato di una parola, in un discorso, non è mai la prima voce riportata su un dizionario bilingue ;)
    Forse la lingua è anche questo, scavare più a fondo.
    Dopotutto è l'intreccio delle nostre radici con altre ancora più profonde.
    Ecco, ho divagato ancora :p

    Mi riallaccio al tuo post dicendo che sì, il movimento non può mai essere negativo: la vita stessa è movimento e cambiamento, ma non tutti riescono ad accettarlo, non tutti riescono a tenere il passo. Poi che succede?
    Comunque, sono d'accordo: ognuno ha i suoi tempi, ma è pur vero che le situazioni vanno affrontate.
    Il vero lato negativo delle crisi è forse l'accumularsi di queste, perché si tratterebbe di prove incompiute e decisioni non prese ;)

    Moz-

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  4. Miki...manca un commento? io lo vedo, è dopo il mio primo commento! (ora controllo) -.-

    cmq sono d'accordo, il primo significato che trovi sul vocabolario non è quasi mai quello giusto!
    ah mi ricordo così tanti esempi dei compagni che scrissero delle boiate pazzesche per mettere la prima cosa che capitò sotto il naso!
    per esempio, una volta avevamo una versione latina il cui titolo era Mus Sabinarum, il Ratto delle Sabine....ovviamente c'è chi pensò bene di tradurre il TOPO delle Sabine!

    Poi che succede? Non lo so!! forse, se tutto cambia, tutto è in continuo movimento, credo che bisogna cercare di non restare troppo fermi e di assecondare la corrente, perchè più cerchiamo di star fermi o di proteggere qualcosa con la fissità, più c'è il rischio che non si salvi niente.......forse!

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  5. ok......non manca nulla! :-)

    cmq se penso all'Yi Jing, allora direi che il "segreto" sta nel trovare "ciò che non muta all'interno del mutamento"! ;-)

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  6. @Scarlett: ieri, rileggendo, non mi compariva più ciò che avevo scritto, ma poi è riapparso ;)

    Il topo delle Sabine ahahah! Se fossero stati più tecnologici, all'epoca, magari i tuoi amici potevano tradurlo anche "mouse" :P
    Restando in tema di ratti (animali, però), anche in spagnolo c'è chi commette questo errore, traducendo la parola "topo" come... topo, quando il topo si dice ratòn, e "topo" è talpa.

    In ogni caso è vero che prendere le prime cose porta a delle boiate pazzesche, però è altrettanto vero che le cose migliori ce le abbiamo sotto il naso XD

    Comunque, hai ragione: non bisogna proteggerci con la fissità, questo è un errore. Ciò che non muta all'interno del mutamento, sostanzialmente, è... l'equilibrio perfetto ;)

    Moz-

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  7. ah non sapevo che il termine "Topo" in spagnolo indica la talpa!
    grazie per l'informazione, considera che io amo tutte le lingue (se non avessi fatto Lettere Classiche avrei voluto studiare Lingue, mi piace sia il russo che il giapponese!)

    sì ecco: l'equilibrio! il famoso equilibrio di cui parliamo e a cui ritorniamo in ogni discussione....ah vorrei essere molto più forte e capace di restare sempre in perfetto equilibrio! ;-)

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  8. Anche a me piacciono molto le lingue, ma non per la lingua in sé (nel senso di parlarla ecc) quanto più per traduzioni e adattamenti rispetto all'italiano.
    Lo so, sembra assurdo che lo dica proprio io che al Classico, nelle versioni, facevo pena... ma è una cosa che odio fare a forza :)
    Ora un po' mi pento di quello che ho perso, e sono fiero di ciò che m'è rimasto. Qualche tempo fa ho anche recuperato un po' di cose che non avevo studiato (o studiato per bene), tipo scrittori latini o greci, ovviamente non la loro opera omnia, ma magari dei brani e comunque la loro vita e il panorama storico dove si sono mossi.
    In fondo anche questo mi interessa... come la lingua, che è sempre specchio dei tempi.

    Sull'equilibrio: penso che tutti lo vorremmo, a volte però riconosco che ci sono periodi in cui è difficilissimo.

    Moz-

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  9. E' molto interessante il doppio significato della "crisi".
    Anche da noi si dice "dopo la crisi arriva l'occasione"...

    Qui il gran freddo è arrivato... e da voi?

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  10. Ti capisco Miki, in realtà al liceo siamo (chi più chi meno) un pò immaturi per poter apprezzare appieno la bellezza dei classici latini e greci...io sono stata fortunata perchè sono nata già "anziana" ed ho sempre amato queste letture difficili e tediose per i ragazzi! :-P

    ciao Titti!
    in Cina esiste questo doppio significato, ma a quanto pare è comune anche in Giappone!

    ho letto il tuo ultimo post e ti scrivevo proprio del gran freddo che è arrivato anche qui...ma credo che durerà ancora due mesi, e dopo marzo i semi che riposano nel grembo accogliente della Terra si risveglieranno e inizieranno il loro difficile cammino verso la luce del Sole....ecco l'equilibrio immutabile: dopo l'inverno viene sempre la primavera! :-)

    ecco perchè dobbiamo vegliare anche noi, come le piante, lungo il rigore dei nostri inverni, fiduciosi che presto anche per noi giungerà la primavera...

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  11. @Scarlett: quindi tu sei l'esatto contrario dell'eterno dodicenne?? O__o
    Anche io da piccolo promettevo bene riguardo queste cose, poi sono diventato ciuccio via via, tutt'ora sono sfaticato per lo studio, ma solo perché è imposto dalle circostanze... in realtà mi piace molto sapere cose nuove ;)

    Moz-

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  12. Miki no, non l'esatto contrario....in realtà io sono un pò un misto: credo di essere stata saggia e abbastanza matura già al liceo, ma nonostante questo ancora oggi sono una eterna burlona e a volte mi comporto come una ragazzina....non so, bisognerebbe chiedere in giro! XD

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  13. Beh, allora così va bene ;)

    Moz-

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  14. ahahahahah....boh non lo so se va bene o meno, ma sono fatta così, a volte ho 90 anni ed altre volte ne ho 18....me ne sono fatta una ragione! :-P

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  15. Beh, se 90 anni significa saggia, allora va bene davvero^^

    Moz-

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